Vivaio letterario

La lingua del mondo.
Poesia come condivisione

26-27-28 novembre – Ritiro con Gian Luca Favetto;
ai fornelli Francesco Paulon

La poesia è la lingua del mondo, ed è una di quelle cose che c’entra proprio con lo stare al mondo. Con l’avere una posizione su e nel mondo. Principalmente, è un modo di vedere, interpretare, raccontare il mondo.
Che uno scriva libri, giri film, componga testi teatrali o canzoni, prima di tutto quello che fa è leggere, dentro e fuori di sé; è coltivare il proprio sguardo poetico sul mondo; mettere insieme il pathein con il poiein, il sentire con il produrre. Prima ancora di comunicare, condivide un’esperienza, un sentimento, una storia. Questo è fare poesia.
Lo sguardo critico si origina dallo sguardo poetico. Lo sguardo poetico parte dall’ascolto, dalla lingua. La lingua fa il cervello. E il cervello fa, rifà il mondo. In tempo di omologazioni e semplificazioni, il rischio è di perdere lo sguardo critico-poetico, che significa autonomia e indipendenza di presenza e di giudizio. La poesia, fatta di letteratura, cinema, teatro, arte, vita, aiutano a coltivarlo.
Una residenza di tre giorni. Un’avventura tra i testi dei maggiori autori di versi. Un percorso nella poesia delle cose e delle parole. Un esercizio di lettura e di scrittura.

Gian Luca Favetto è scrittore, giornalista, drammaturgo. Collabora con La Repubblica e RadioRai. Ha ideato il progetto web Interferenze fra la città e gli uomini e il progetto mostra Il teatro del mondo con Leandro Agostini. Gli ultimi lavori teatrali sono il trittico Atlante del Gran Kan e Fausto Coppi. L’affollata solitudine del campione.
Fra i libri più recenti: Italia provincia del Giro e La vita non fa rumore (Mondadori), Se dico radici dico storie (Laterza), le poesie Mappamondi e corsari e Il viaggio della parola (Interlinea), i romanzi Premessa per un addio e Qualcosa che s’impara (NN Editore) e Si chiama Andrea (66thand2nd). Nel 2020 è uscito Attraverso persone e cose. Il racconto della poesia (Add), disponibile anche in audiolibro MP3 edito da Il Narratore. Il suo ultimo libro pubblicato a ottobre di quest’anno è Bjula delle betulle. Un viaggio intorno al mondo (Aboca).

Francesco Paulon è un cuoco. Dopo gli studi di orientalistica a Venezia e anni dedicati al mondo del sociale e alla musica, comincia il percorso nel mondo della cucina formandosi presso ristoranti stellati e non. Da poco ha fondato un collettivo culinario, Cuore Crudo.

Programma

venerdì 26 ore 19 aperitivo e cena con i vini di Sass de Mura. Il vigneto si trova a San Gregorio nelle Alpi, all’interno del Parco delle Dolomiti Bellunesi, ed è una bella storia di famiglia. Nel 2008 sei ettari di terreno abbandonato vengono recuperati, anzi “adottati” per farli rinascere a nuova vita con un’idea di agricoltura sostenibile. Si parte con un progetto sperimentale, che vuole reintrodurre la coltivazione della vite nella provincia di Belluno e, strada facendo, si individuano le varietà che meglio si adattano al territorio: pinot nero e traminer aromatico, bronner e cabernet cortis. Oggi la famiglia Bonifacio, guidata da Edda, produce il Rosa, vino rosato frizzante, il Bianc e il Rosé pas dosé, un metodo classico: tutti biologici e poco lavorati, per valorizzare i profumi e il gusto del territorio.

Questo ritiro letterario è un’avanzata, una perlustrazione, nelle cose e nelle persone. Le cose in questione sono quelle di cui tratta la poesia, sono la materia del fare poetico; mentre le persone in questione sono quelle che la fanno, la poesia, scrivendola e leggendola.

Il nostro incontro parte da una domanda. La domanda è il biglietto che consente di andare in viaggio: che cos’è la poesia?

Per conoscerci e condividere un po’ di materiale, di attrezzatura, e un po’ di sentire e di passioni, ciascun partecipante presenterà due poesie di due autori diversi da leggere insieme per confrontarsi sui testi, sulle parole usate e sui sentimenti che trasmettono.

sabato 27 ore 9.30 prima colazione condividendo pane, marmellata, tè, caffè e lo sguardo sul mondo; ore 13 pausa pranzo, ore 19 aperitivo e cena.

Il sabato mattina, dopo e durante la colazione, si parte dalla domanda iniziale. Entrano a giocare con noi Guido Gozzano e Cesare Pavese, Ernest Hemingway e Karen Blixen. Forse anche Byron e Pessoa, Jabès e Omero.

Dopodiché, a seconda degli stimoli e della direzione che prende il nostro cammino, sabato pomeriggio (e domenica mattina) ci confrontiamo con il lavoro di alcuni autori: Villon, Baudelaire, Rimbaud, Shakespeare, Auden, Dickinson, Whitman, Lee Masters, Leopardi, Montale, Pozzi, Brodskij, Szymborska, Rilke, Hölderlin, Kavafis, Kazantzakis, Borges.

domenica 28 ore 9.30 prima colazione, versi, sentimenti e visioni; ore 12 saluti e brindisi.

In questi tre giorni sarà diventato chiaro che la prima operazione da fare è leggerli, i poeti. Mettersi in condizione di leggere e ascoltare la poesia, e prima ancora di cercarla e trovarla là dove si nasconde o dove si rivela.

Proviamo a valutare anche se la poesia stia tutta nei loro testi, o anche nella loro vita, nel loro sguardo. Perché la poesia è un modo di guardare prima ancora di dire; un modo di far parlare le cose, di far suonare le parole; un modo di raccogliere e riordinare il sentire; un modo di lasciare tracce, seguendo le quali, altre persone ti possano trovare; un modo di accomodare la solitudine e condividere un’esperienza.


Info e iscrizioni

laserra@rossodolomiti.it
cellulare: +39 348 3045055

Posti disponibili: 14
Costo: 200 euro, tutto compreso (escluso pernottamento)
Sede del ritiro: la Serra, via Frontin 94a, Borgo Valbelluna (Belluno)
Dove dormire:
la Serra (2 camere doppie, letti singoli su richiesta; sconto 30% per i partecipanti al ritiro), rossodolomiti.it
Dimore Dolomiti dimoredolomiti.it
b&b Villa Buzzati villabuzzati.com
Casa Novecento casanovecentofeltre.it
Come arrivare:
in treno (viaggio meditativo), stazione di Sedico-Bribano o Belluno
in auto, autostrada da Mestre a Belluno

0 comments on “La lingua del mondo.
Poesia come condivisione

Comments are closed.