Vivaio letterario

Vampiri: ritorno alle origini

9 ottobre prima colazione al Vivaio con Tommaso Braccini

I vampiri hanno invaso l’Occidente nel 1732, quando un dispaccio giunto dalla Serbia svelò a dame e gentiluomini delle corti europee che i Balcani erano infestati da cadaveri che avevano la pessima abitudine di uscire dalle tombe per perseguitare i vivi. Da quel momento, l’attenzione verso i non morti non ha risparmiato nessuno, compresi filosofi (come Voltaire) e papi. Sono stati soprattutto poeti e romanzieri, però, a subire il fascino dei vampiri, a partire da Goethe per proseguire, insospettabilmente, con Giosuè Carducci e arrivare alla fine dell’Ottocento a Bram Stoker, che con il suo Dracula ha inaugurato la vera e propria globalizzazione di questa figura della paura. Romanzi, film, serie televisive continuano a proporre, con un successo planetario, infinite variazioni sul tema. Ma cosa c’era, davvero, all’origine di tutto? Il brodo di coltura delle credenze vampiriche può essere rintracciato negli ultimi secoli di agonia dell’impero bizantino e nell’inizio della dominazione turca in Grecia e nei Balcani, quando le ancestrali paure del ritorno dei morti si intrecciano con la diffusione di nuove eresie. Resoconti dimenticati di viaggiatori e missionari e rarissimi manoscritti sepolti per secoli nelle biblioteche del monte Athos svelano le origini folkloriche e la vera e spesso sorprendente essenza del vampiro. E allo stesso tempo, un percorso tra opere poco note dell’antichità permette di scoprire come tra Sette e Ottocento, per elaborare le loro non-morte letterarie, gli scrittori abbiano attinto anche a storie greche e romane su inquietanti fanciulle che escono dalle loro tombe per amore, alla base delle varie Carmilla, Lucy Westenra, Miriam… Prima della Transilvania, insomma, c’era la Grecia. E anche un po’ l’Italia del sud, come rivelano documenti recentemente riscoperti. Una sorta di rivoluzione rispetto a quello che credevamo di sapere sui vampiri, con un potenziale creativo ancora tutto da esplorare.

Tommaso Braccini, dottore di ricerca in Antropologia del Mondo Antico, è professore associato di Filologia Classica all’Università di Siena, dove è anche titolare del corso (primo in Italia) di Folklore dell’antichità e del medioevo greco, e del Laboratorio di Greco bizantino e moderno. È inoltre impegnato in attività di ricerca e insegnamento a Cipro, e nell’autunno 2019 è stato titolare di una fellowship presso la Ohio State University. Si interessa in particolare del patrimonio folklorico dell’antichità e del mondo bizantino, e dei testi che lo tramandano; tra le sue pubblicazioni, Il romanzo di Costantinopoli (2010, con S. Ronchey); Prima di Dracula: archeologia del vampiro (2011); Indagine sull’orco: miti e storie del divoratore di bambini (2013); Flegonte di Tralle, Il libro delle meraviglie (2013, con M. Scorsone); Una passeggiata nell’Aldilà in compagnia degli antichi (2017, con S. Romani); Antonino Liberale, Le metamorfosi (2018, con S. Macrì); Lupus in fabula: fiabe, leggende e barzellette in Grecia e a Roma (2018); Bisanzio prima di Bisanzio: miti e fondazioni della Nuova Roma (2019); Il povero Leone. Ptocholeon (2020).

Programma

sabato 9 ore 9.30 prima colazione: pane, burro, marmellata, tè, caffè, mostri e vampiri assortiti; ore 12 saluti e brindisi.


Info e iscrizioni

laserra@rossodolomiti.it
cellulare: +39 348 3045055

Posti disponibili: 14
Costo: 40 euro, tutto compreso
Sede del ritiro: la Serra, via Frontin 94a, Borgo Valbelluna (Belluno)
Come arrivare:
in treno (viaggio meditativo), stazione di Sedico-Bribano o Belluno
in auto, autostrada da Mestre a Belluno

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