3 luglio sabato al Vivaio con Alessandra Viola; in collaborazione con Naturalpina
Abbiamo ancora tutti negli occhi il fumo e le fiamme che il 15 aprile 2019 si sono alzati da Notre Dame. La cattedrale simbolo di Parigi era in macerie e subito la sfida più urgente è parsa una sola, ricostruire “com’era, dov’era”. Il Cnrs francese si è messo all’opera e ha calcolato che basterebbero duemila querce plurisecolari per rendere l’impresa possibile. Costi e difficoltà tecniche a parte, l’entusiasmo dei progettisti ha messo in ombra un dettaglio non così insignificante: se per qualunque altra emergenza si fosse chiesto di sacrificare altrettanti animali, si sarebbe giustamente parlato di strage. Ci si schiera per proteggere scoiattoli e conigli che, ospiti indesiderati in ecosistemi cui non appartengono, li devastano allegramente, ma per un vegetale non ci si scompone troppo. Sono mute e immobili, le piante, non interagiscono (così pare). Eppure, e la pandemia che ha sconvolto il mondo l’ha reso chiaro in modo accecante, la natura tutta va rispettata, a partire da quel complesso sistema che la nutre, la fa respirare. È tempo di alzare gli occhi al cielo o chinarsi a terra per osservare con occhi nuovi queste compagne di viaggio nella nostra vita sulla terra. Esseri senzienti – la scienza ha dimostrato che di sensi non ne hanno solo cinque, ma almeno una ventina -, che soffrono, capiscono, ricordano. È tempo di parlare dei diritti delle piante, anzi, di una Dichiarazione universale dei diritti delle piante. Articolo 1, Diritto alla vita: a) piante e animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza b) qualsiasi atto che comporti l’arbitraria uccisione di una pianta è un biocidio, cioè un delitto contro la vita.

Alessandra Viola è giornalista, scrittrice, autrice e produttrice televisiva. Ha pubblicato tra gli altri Flower Power. Per i diritti delle piante (Einaudi 2020), Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti (con Piero Martin, Codice Edizioni 2017), Verde Brillante (con Stefano Mancuso, Giunti 2013), premiati in Italia e all’estero. Ha vinto due volte il Premio nazionale di divulgazione scientifica e il premio Gambrinus e ha due dottorati di ricerca (in Scienze della Comunicazione e in Scienze agrarie e ambientali). Collabora con L’Epresso, Il Sole 24 Ore, Il Corriere della Sera, la Rai. Nel 2019 è stata nominata Ambasciatrice della Natura dal Centro parchi internazionale. Nel 2020 ha ricevuto un riconoscimento “Per l’impegno giornalistico e scientifico a favore delle piante” dal premio Luisa Minazzi Ambientalista dell’anno. Dal 2020 è visiting researcher al Center for the Humanities and Social Change dell’università Ca’ Foscari di Venezia.

Naturalpina è un’azienda agricola familiare bellunese che coltiva erbe aromatiche e un meleto di varietà resistenti moderne e antiche, tutto sotto il segno del bio. Ai piedi del Castello di Andraz, a 1800 metri di altitudine, ha creato un piccolo orto di piante dolomitiche (naturalpinadolomiti.it).
Programma
sabato 3 ore 9.30 prima colazione presso Naturalpina e passeggiata nel giardino delle erbe aromatiche. Trasferimento alla Serra e pausa pranzo; ore 17 saluti e brindisi.
Info e iscrizioni
laserra@rossodolomiti.it
cellulare: +39 348 3045055
Posti disponibili: 14
Costo: 70 euro, tutto compreso
Sede del ritiro: Naturalpina, via Giamosa (Belluno); la Serra, via Frontin 94a, Borgo Valbelluna (Belluno)
Come arrivare:
in treno (viaggio meditativo), stazione di Sedico-Bribano o Belluno
in auto, autostrada da Mestre a Belluno


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Verso un’etica vegetale”